martedì 9 aprile 2013

Tanto in Champions... bla bla bla

"Tanto in Champions League ci vogliono fare arrivare il Milan!" ...quante volte ho sentito pronunciare questa frase nell'ormai lontano 2008. Juventini, interisti, laziali e romanisti, per una volta tutti d'accordo nell'asserire che dietro alla strepitosa rimonta rossonera in quel finale di stagione, ci fosse un disegno più grande. Convinzioni che nemmeno le dure sentenze del processo per Calciopoli erano riuscite a sradicare dalla testa della gente. Alla penultima giornata però qualcosa accade e il Milan viene sconfitto (con pieno merito) dal Napoli, squadra dagli obiettivi già raggiunti e senza altri stimoli se non quello di regalare un'ulteriore soddisfazione ai propri supporters. La Fiorentina, che seguiva ad un passo, ne approfitta, sconfigge il Parma e scavalca i rossoneri. L'ultima giornata è di quelle razionalmente già segnate, con il Milan che travolge l'Udinese e i viola che (dopo un tiro al bersaglio infinito) stendono un Torino già salvo, in un clima di amichevole gemellaggio. Ad Ancelotti & C. tocca l'Europa League, premio di consolazione e i pennutissimi gufi saccenti che davano per scontato l'approdo dei diavoli nell'elite europea, si consolano per avere sbagliato previsione gustandosi un verdetto che, in fondo, era ciò in cui avevano sempre sperato. In questi giorni, a distanza di un lustro da quella deludente domenica, serpeggiano le stesse supposizioni, i medesimi sospetti e circolano le velenose parole di chi ama questo sport, ma forse maggiormente le polemiche legate alla Serie A. Ed ecco che prende la parola Paolo Bonolis, un tifoso deluso, uno dei tanti interisti con il muso lungo, incapace di accettare una sconfitta clamorosa (probabilmente ingiusta) e pesantissima come quella subita contro l'Atalanta e nel dar fiato alle trombe non si cura delle stonature. Parla di torti subiti, di rigori assurdi concessi alle avversarie e si aggrappa al complotto come un normalissimo cuore sportivo infranto che vorrebbe rivedersi la moviola di ogni fallo laterale concesso per trovarvi del marcio e poter finalmente scagionare la sua squadra del cuore dall'aver incassato quattro reti in casa in meno di quarantacinque minuti. Tutto comprensibile: lo sfogo, la rabbia. la delusione, l'esagerazione. Ma ecco la "stecca" che mi trafigge timpano e fegato: Bonolis tira in ballo il Milan. Il Milan, la squadra che in 15 anni ha vinto "la bellezza" di tre scudetti (e tralasciamo i dettagli); il Milan che nel suddetto periodo è l'unica fra le tre grandi ad essere rimasta per ben due anni consecutivi senza alcun tipo di qualificazione alle coppe (1997/99); il Milan che nella stagione in corso, dopo la 12a giornata era terzultima in classifica ed era la squadra con il maggior numero di espulsi, ammoniti, in passivo nel rapporto rigori a favore/contro e che, proprio contro i nerazzurri subì l'ingiustizia di una rete valida annullata; il Milan che non ha ottenuto prescrizioni. Bonolis nel suo impeto di passione dimentica che davanti all'Inter ci sono anche Napoli, Fiorentina e Lazio, queste ultime due invischiate (ai tempi) più del Milan nei processi per illecito sportivo. Quale complotto ben architettato prevederebbe l'assegnazione, nella stessa partita, di due (peraltro dubbi) calci di rigore contro la squadra che (secondo quanto colgo dalle sue dichiarazioni) dovrebbe essere favorita nella corsa? Quale giustizia sportiva "taroccata" toglierebbe per avere detto una parolaccia, l'attaccante più in forma ai rossoneri per tre giornate (e alla vigilia dei match contro Napoli e Juve) se le cose stessero veramente così? La risposta la lascio a loro, quelli che sanno sempre tutto e che, in passato, a furia di lacrime e manette si sono trovati tra le mani uno scudetto in più da appendere in bacheca. L'incompetenza degli arbitri sta infangando lo sport che amiamo, questo è vero ma è anche vero (sarei poco obiettivo a non sottolinearlo) che il Milan quest'anno è in attivo con gli "aiutini" così come probabilmente l'Inter è in debito con gli episodi arbitrali e l'amarezza di un tifoso come Paolo Bonolis, in parte la condivido. D'accordo sul sentirsi danneggiato, ma tirare in ballo il Milan è il solito luogo comune, triste e poco fantasioso che mi spinge alla solita conclusione: ma se la pensa così, perché continua a seguire il calcio? Le alternative domenicali non mancano certamente ad uno come lui. E che dire dell'Inter, inoltre, che avalla le sue "teorie" e le pubblica sul sito ufficiale come se il cognome Bonolis rendesse un appassionato di questo sport diverso da tanti altri come lui. Dichiarazioni, le sue, che ha diritto di fare ma che mi hanno infastidito perché rispecchiano una cultura sportiva (o almeno calcistica) italiana che dispensa questo tipo di attenuanti a squadre che incassano la bellezza di quattro reti in meno di quarantacinque minuti davanti al proprio pubblico. Non è mai troppo presto per imparare a perdere. I gol fantasma dello scorso anno se li sono dimenticati tutti perchè nello sport si resetta tutto o quasi, quello che fa comodo. Personalmente non seguo Bonolis nella sua carriera nel mondo dello spettacolo anche se, imbattendomi casualmente in lui, l'ho sempre trovato divertente e brillante. Da bambino guardavo i cartoni animati e c'era lui, secoli prima che nella "sua" Inter approdasse lo Special One, a fare sketch, durante Bim Bum Bam, a fianco di un altro Uan (un po' meno special), un pupazzo di cagnolino rosa, e devo dire che io lo preferivo così.

Nessun commento:

Posta un commento