domenica 14 ottobre 2012

Le vie di Belgrado









E l'uomo costruì le strade per unire due distanze,
non certo perché due pensieri diversi,
separati dall'odio
proseguissero su marciapiede opposti.
L'asfalto, gli acciottolati o i vialetti ghiaiati vanno percorsi
facendo prevalere il senso di civiltà sulle gocce di sangue.
Percorrere significa avanzare, andare avanti
anche se il mondo si tramuta in zavorra.
Le strade si possono fabbricare, l'altruismo no.
L'inventore non si è posto il problema
e così qualcuno si è divertito a crearlo.
Per questo le vie di Belgrado resteranno vuote ancora e ancora
conservando spazio per le auto, le cartacce, i gas di scarico,
l'odore di frittura proveniente dai fast food
o l'invadenza di sirene e clacson.
L'amore non è gradito nella grande subdola vetrina dell'ipocrisia.
Due giri di chiave al pensiero 
e quelle strade non "minacceranno" più di riempirsi.
Tutti sanno dire cos'è una famiglia 
perché considerano giusta la loro prospettiva. 
Loro sì che sanno dove appoggiare le labbra.
Non gli servono le figurine doppie 
e si divertono a selezionare mele nei cesti del supermercato
tra tante mele identiche.
L'egoismo, la tendenza a considerare ovvio ciò che non dovrebbe mai essere scontato
è il traffico che impedirà alla libertà di attraversare o soltanto calpestare quella strada.
La maggioranza ha deciso, brandendo nel vuoto l'idiozia
e non resta che sdraiarsi sopra all'asse di legno e richiudere la cella.
Le vie non sono deserte, sono farcite di ipocrisia
mentre chi ha sentimenti diversi dalle imposizioni dei diktat aspetta il momento giusto
che in un mondo libero dovrebbe essere ogni istante della giornata.

                              
                                                                                     

                                                                                            Enrico Bonifazi  7-10-2012