Le persone trovano sempre più risposte
di quante domande mai riuscirò a fare.
Mi piace osservarle
e amo farlo restando il più lontano possibile.
Ho trovato un nuovo equilibrio
da quando nel mio mondo sono sempre le 21.53.
Il mare è un pascolo secolare e non mi tuffo.
Troppe alghe, troppe idee.
Ho già le mie.
Vorrei disinfettare ma sono solo un cerotto che copre e protegge.
Quante ferite vale la tua autostima?
Con un pennello ricopro di tempera dello stesso colore le pareti del mondo
e al mio risveglio c'è sempre chi le imbratta nuovamente.
Il trasporto su gomma vale oro in terra e beceraggini in mare.
L'asticella dell'indecenza si abbassa verso un nuovo fondo
mentre piovono le rose dal cielo e trottano i neri purosangue
e noi qui, a subire, a indignarci
e ad essere chiamati pecore perché c'indignamo.
C'era un tempo in cui contava solo l'adesso
ed essere felici era più importante del condividere la propria felicità sui socials.
Poi arrivano i figli
e il cuore trova le virgole che non credeva di possedere
e il futuro incuriosisce e spaventa anche.
Non è contare spiccioli nel portafogli
e nemmeno la nebbia che avvolge tutto ciò che vorresti sapere.
Ognuno ha una risposta sbagliata
e la sventola come l'unica filosofia possibile.
Mi piace non essere d'accordo
svegliarmi ogni mattina
aprire la mano e vederci il mio destino.
Nessun segno della croce e niente nebbia.
Decido io se curvare.
Se il cuore mi par debole, io non lo sono
e raggiungerò la luna camminando e il sole con un salto
pensando che anche oggi sì, mi sono svegliato vivo
e che non m'importa nulla delle "verità" custodite dagli altri.
(23/8/2015)