domenica 14 ottobre 2012

Le vie di Belgrado









E l'uomo costruì le strade per unire due distanze,
non certo perché due pensieri diversi,
separati dall'odio
proseguissero su marciapiede opposti.
L'asfalto, gli acciottolati o i vialetti ghiaiati vanno percorsi
facendo prevalere il senso di civiltà sulle gocce di sangue.
Percorrere significa avanzare, andare avanti
anche se il mondo si tramuta in zavorra.
Le strade si possono fabbricare, l'altruismo no.
L'inventore non si è posto il problema
e così qualcuno si è divertito a crearlo.
Per questo le vie di Belgrado resteranno vuote ancora e ancora
conservando spazio per le auto, le cartacce, i gas di scarico,
l'odore di frittura proveniente dai fast food
o l'invadenza di sirene e clacson.
L'amore non è gradito nella grande subdola vetrina dell'ipocrisia.
Due giri di chiave al pensiero 
e quelle strade non "minacceranno" più di riempirsi.
Tutti sanno dire cos'è una famiglia 
perché considerano giusta la loro prospettiva. 
Loro sì che sanno dove appoggiare le labbra.
Non gli servono le figurine doppie 
e si divertono a selezionare mele nei cesti del supermercato
tra tante mele identiche.
L'egoismo, la tendenza a considerare ovvio ciò che non dovrebbe mai essere scontato
è il traffico che impedirà alla libertà di attraversare o soltanto calpestare quella strada.
La maggioranza ha deciso, brandendo nel vuoto l'idiozia
e non resta che sdraiarsi sopra all'asse di legno e richiudere la cella.
Le vie non sono deserte, sono farcite di ipocrisia
mentre chi ha sentimenti diversi dalle imposizioni dei diktat aspetta il momento giusto
che in un mondo libero dovrebbe essere ogni istante della giornata.

                              
                                                                                     

                                                                                            Enrico Bonifazi  7-10-2012

venerdì 28 settembre 2012

Il Cavaliere Oscuro -IL RITORNO- (Batman)






Visto nella versione originale (English) Martedì 26/09/2012

Giudizio per chi deve ancora vederlo:

Scappate il più lontano possibile da questo minestrone in cui si passa dalle bombe atomiche ai cazzotti senza un attimo di tregua. Gli effetti speciali sono belli d'accordo, ma è un po' come confezionare in maniera invitante quello che dovrebbe essere un cioccolatino per poi, dopo avere tolto l'incarto, ritrovarsi a mani vuote. Inutile perdersi in descrizioni superflue di quanto siano imbarazzanti alcune situazioni. Si parla di un supereroe e non mi aspettavo certo di assistere ad una filosofia ed una cura dei dialoghi sopraffine. La colonna sonora ti bombarda (cercando di essere solenne) per 160 minuti, perchè tanto (troppo) dura il film. Io lo sconsiglio vivamente a tutti quelli che non sono strettamente appassionati del genere. Il mio voto è 4.


Commento (per chi lo ha già visto):

Ma veramente a qualcuno di voi piace questa macedonia di situazioni grottesche che si rincorrono incastrandosi con "forzatura" sempre maggiore via via che ci si avvicina al finale? Lasciamo stare il trasporto (davvero molto basso) nel sentimento che dovrebbe smuovere il film ma tutto il potenziale di effetti speciali all'avanguardia del terzo millennio si riduce alla solita pallosissima scena prolungata di inseguimenti stradali. Vabbè che i veicoli usati dal pipistrellone sono anticonvenzionali ma la scena in cui Matthew Modine (il fu soldato Joker in FMJ) guida l'esercito di piedipiatti verso la ribellione con rivoltelle laser nella fondina per poi dar vita ad una scazzottata in stile Bud e Terence rasenta il ridicolo. E' fantasy o fantascienza, chiamatela come volete, ma anche questo genere necessita di un filo conduttore credibile per non precipitare negli abissi del trash. Questa pipistrellata di film ci finisce "con tutte le scarpe" come si dice, con accompagnamento musicale, quello che mi ha scartavetrato le sfere per quasi tre ore. Io gli assegno un 4 e mi sento anche generoso. Mai più... mai più... mai più!









sabato 22 settembre 2012

La triste storia della giraffa evasa dal circo ad Imola

"Il cuore della giraffa è in grado di pompare circa 50 litri di sangue al secondo" riportano i libri di scienze e natura. La domanda però è un'altra: E' in grado il suddetto cuore di reggere le emozioni di una savana di asfalto, di un braccaggio, clacson, sirene, recinzioni che sbarrano la via e "cecchini" che  bersagliano con munizioni narcotizzanti? La risposta è (purtroppo) NO. Poteva far sorridere, in principio, la favoletta del cucciolo di giraffa fuggito dal circo, proprio nel periodo in cui i cinema proiettano Madagascar 3. L'animale, a spasso per Imola, la bella e tranquilla Imola (che pochi giorni fa fu teatro dell'abbattimento di un cervo ferito in pieno centro abitato), vagava per la zona industriale, libero come l'aria, lontano dalle gabbie e dal macabro "dietro le quinte" circense, dalle frustate e dall'obbligo di eseguire per tutta la vita lo stesso stupido girotondo. Un'evasione insomma. La curiosità ha immediatamente attivato tutti quanti e il suo passaggio è stato immortalato da fotocamere e videofonini. Qualcuno ha avuto paura? Al massimo di subire qualche ammaccatura sull'automobile. La "favola" però non ha lieto fine. Si conclude con un fucile, un uomo che prende la mira e PAM PUM, spara verso l'incolpevole "fuggitivo". Facile come rubare le caramelle ad un bambino. E' solo narcotico, dicono, ma qualcosa va storto e il poderoso cuore della giraffa, poco dopo il risveglio, in cella, cessa di battere. Fine della storia. Triste come se il cacciatore avesse ucciso Biancaneve nella foresta per estrarle il cuore e consegnarlo alla perfida regina. Perchè il cucciolo di giraffa non ha resistito alla cattura? E' stata forse la delusione di riaprire gli occhi tra le grinfie dei suoi "domatori" a spezzargli il cuore? Le emozioni di un giorno troppo diverso dal suo inquadramento monotono e forzato? E' colpa dell'iniezione di quel che era "solo" un narcotico? Avere le risposte non serve a nulla oramai. Ricordo la favola del ragazzo che gridava al lupo. Anche quella sprovvista di un finale allegro, ma ricca di morale. Nel caso della giraffa il messaggio è uno solo ma importante. Il circo è divertente e pieno di varietà ma gli animali non possono scegliere se parteciparvi oppure no. Le giraffe sono affascinanti, splendide creature mastodontiche dagli occhi dolcissimi, per cui capisco la voglia di ammirarle che nasce in grandi e piccini, ma quello non è il loro posto, non è il loro paradiso. Le balene non le puoi "inscatolare" e per osservarle da vicino bisogna viaggiare. Che sarebbe successo se a scappare dal circo fosse stata una tigre affamata o un leone o un rettile pericoloso? Storie come questa non devono ripetersi perchè se non trattiamo gli animali con dignità diventiamo noi le bestie. Le giraffe in cattività possono vivere quasi il doppio degli anni rispetto a quelle libere. Il circo con gli animali però non è cattività... è cattiveria... e la morte del cucciolo di 4 anni che solo per pochi minuti ha assaporato la libertà ne è la prova.

                                                                                                            Enrico Bonifazi  (22-09-2012)









venerdì 21 settembre 2012

Sahe de Piedra

Pensate che sia l'alcool o magari l'aria buona.
Potrebbe essere l'emozione che dà il sole
nel momento in cui viene pertorito dagli Appennini.
Forse siete convinti che sia la luce delle stelle,
ma poi che ci siano o non ci siano, che cadano, si spengano
o lascino una scia fosforescente, non cambia le cose.
Potrebbe essere il concerto dei campanacci col controcanto dei maremmani
unita all'estinzione degli operai della ferrovia
e l'atmosfera che ne consegue.
No... non è nulla di tutto questo.
E' fare attenzione a non calpestare tutta questa intimità,
"illuminata" e messa a nudo da un buio complice.
Sono le parole sussurrate che scivolano dolcemente nel sonno.
E' la pisciata in compagnia.
Cazzo, la mitica inimitabile pisciata in compagnia.
A bandiera, con lo zampillo rapito dal vento,
in bilico tra il volo e la terraferma.
Perchè di spazio stiamo parlando,
ma non quello con le astronavi e i pianeti...
di un piccolo spazio da riempire,
in formazione,
come un vecchio schema di Tetris
e siamo tasselli
a non fare altro che essere noi stessi, immobili,
sulla cima di un asteroide incantato
che appena saluteremo
tornerà per un "breve" anno ad essere un banalissimo sasso.

martedì 18 settembre 2012

Il mio volo

Dove mi porti paio d'ali
che mi sostieni in un volo a metà?
Non posso chiederti quanto manca alla fine
perchè, diresti, è impossibile saperlo
ma di certo manca un po' di meno.
Non lasciarmi cadere giu
finchè non vedi un soffice prato o un letto d'acqua
o due braccia pronte ad afferrarmi al volo.
Io non so salvare la luna se cade
e mi scottano i raggi del sole.
Allora che bisogno ha di me questa terra?
Di uno incapace di piangere
e di prepararsi un piatto di pasta.
Di uno che nelle cose che non ama
ci mette odio.
Lasciami volare,
tu che sai che volare non significa arrivare da qualche altra parte.
Il volo non è un viaggio ma una condizione,
così come
una caduta non è la fine
ma soltanto un cambiamento.
Le stelle cadenti che mi sfrecciano accanto
saprebbero ascoltarmi
se avessi qualcosa da dire loro.
E' il mondo ad essere sordo.
Lui continua il suo disegno
fino a quando ti sbatte in faccia la scritta "INSERT COIN"
e devi inventarti qualcosa se ci tieni a continuare la partita.
Io li ho visti.
Operai di fabbriche che erano l'orgoglio delle loro nazioni,
contare gli spiccioli in tasca
tornando bambini
e vendersi il passato su eBay per placare la sete delle loro stupide automobili.
Ho visto gli abitanti di Parco della Vittoria e Viale dei Giardini
abbattere le casette di Vicolo Stretto.
Tienimi in alto paio d'ali
perchè ho visto la tristezza e ho deciso di toglierle il saluto.
Per questo non voglio scendere alla prossima fermata
e nemmeno a quella dopo o quella dopo ancora
o alla successiva.
Io sto bene quassù e ho intenzione di restarci.
Non credo ai  doveri che non portano vantaggi.
La libertà deve essere opportunità.
Nel cielo non ci sono strade e non ci si perde nel traffico.
Ci hanno insegnato che la merda è merda
ma anche l'esperienza lo confermerebbe.
Se morissi oggi sarebbe di allegria.
Vorrei contagiare tutto
ma mi limito a sorvolare.
Statevene a terra voi che avete deciso di lagnarvi,
l'ufficio reclami chiude per sempre.
Andiamocene via paio d'ali
perchè tu sei il filo e io il burattino
e le mani sono di qualcun altro.
Il nostro sguardo prenderà meglio la mira
e l'istinto continuerà ad ammaestrarmi il cuore.
Questo sa farmi volare.
Questo mi fa desiderare di non scendere mai.

                                                                                   

domenica 26 agosto 2012

Milan - Sampdoria ...che bruciore di stomaco!

Ed eccomi a casa, ad affrontare quel che temevo mi sarebbe piovuto addosso. “Semina bellezza e raccoglierai bellezza” disse qualcuno. Ma qui non si è piantato nulla. Le piante più robuste sono state sradicate mentre le più fragili vengono “BARBARAmente” trattate. Costa affonda il Milan titola il televideo. Stia tranquillo chi deve partire per una crociera, si parla di calcio e non di navi stavolta e ad andare giù è nientemeno il club più titolato al mondo. Torno proprio ora dallo stadio di San Siro, un viaggio di 540 km (andata e ritorno) con una spesa di ben 105 euro di (benza/autostrada) da dividere con altri due amici. Durante il viaggio di andata si parlava della poca ambizione di una squadra imbastita con offerte speciali da discount e il mio pensiero era: “magari mi sbaglio”, “forse ci metteranno l'orgoglio e le cose andranno bene”, “con un po' di fortuna si può anche lottare per i primi posti”. Poi è arrivato il calcio d'inizio e proporzionalmente allo scorrere dei minuti, ogni residuo di forzato ottimismo mi ha abbandonato. Forse già dalla lettura delle formazioni, rendendomi contro che Bonera e Antonini avrebbero fatto parte dell'undici titolare, ho avuto un cattivo presentimento. Cazzo... Antonini no! Ancora. Lui andrebbe bene, benissimo per far funzionare a dinamo un gruppo elettrogeno. Lo schiaffi sulla cinghia a correre e lui macina chilometri su chilometri. Potrebbe illuminare Manhattan solo con le sue gambe. Non si può certo dire che non corre il nostro Luca, lo conosciamo bene, ma durante le sue scelte tattiche il suo encefalogramma è piatto suvvia. E Bonera? Orca miseria, la minestra riscaldata più disgustosa che abbia mai assaggiato. Yepes mi piace, è un lottatore, ma il numero 76 stampato sulla sua schiena è l'anno di nascita. Che farne allora di quei bei discorsi di Sandro Nesta, durante la sua breve e concisa conferenza d'addio in cui spiegava il progetto di Allegri da lui rifiutato? Ossia un piano che prevedeva l'inserimento di giovani nel suo ruolo aiutati dallo stesso Sandro ad ambientarsi e migliorarsi ma che sarebbe costato all'oggi rimpiantissimo numero 13 il posto da titolare. Tutto un bla-bla. Tra tutti, non toccatemi De Sciglio, oggi vero leader dei una squadra pasticciona, capace di prendersi le sue responsabilità. Spesso gli veniva rifilata dai più blasonati Boateng ed El Shaarawi la “patata” di cuoio bollente. Lui ha provato e non mi ha deluso per niente. Alla SNAI, un passaggio pulito di Montolivo lo quotano otto spaventiliardi ad uno, ma io non giocherei nemmeno un decino su quella che considero una causa persa. Io non ho l'abitudine di seguire la nazionale di calcio e allora vi chiedo: “E' veramente lui il Montolivo che giocava con gli azzurri agli Europei?” perchè se così fosse mi spiego le quattro pere buscate contro la Spagna. Il problema di Nocerino è chiarissimo invece. Ibra stoppava palloni e riusciva a proteggerli per almeno dieci secondi, dando tempo al nostro FantAntonio di salire e farsi trovare spesso in area di rigore. Ora c'è Pazzini che è la fotocopia di Gilardo, Boateng che dal leone che era, adesso pare pronto per la Roccosiffrediproduction e Robinho, bravo nell'impegno ma davvero ingenuo nella gestione del suo infortunio nel corso del secondo tempo. Flamini resta un giocatore normodotato, bravo e diligente ma coi piedi a cazzuola. In area bisogna centrare la porta vacca miseria, mica i Commandos Tigre del primo anello blu! Resta il Faraone... giornate come oggi devono avere contribuito all'estinzione degli egiziani. Non avrei mai rinunciato a Merkel per lui ma a quanto pare sono bastati tre-quattro golletti e una cresta da sigue-sigue-sputnik a farlo diventare un idolo e almeno aiuta i presenti allo stadio a vincere la depressione globale con un pizzico di entusiasmo. E' giovane e ancora occasioni ne avrà. Comunque i ritmi sono quelli bassi del Milan sornione di Nils Liedholm ma non c'è qualità a compensare. Nel gol subito il calcio d'angolo (evitabile) è nato da una fuga di un attaccante doriano contro la difesa ben piazzata (4 rossoneri pronti ad intervenire sulla trequarti) e il rammarico sta nella facilità con cui Costa ha staccato solissimo al centro dell'area. Non so chi l'abbia perso e nemmeno m'interessa ma non ci vuole un genio del calcio a capire che qualcosa non ha funzionato a dovere e va rivista. I nostri corner (sparati finalmente nel mezzo a differenza dei rompicapo dello scorso anno) hanno portato le rarissime nostre occasioni da gol, tra cui un palo. Già perchè quando la sfiga prende di mira ha un grande potere: quello di rompere i coglioni. Insomma una prestazione deludente (ma prevista) e una sconfitta bruciante (ma temuta), danno il “benvenuto” al Milan nel campionato 2012-2013 mentre a me, il bentornato a San Siro, lo ha dato la scritta luminosa comparsa a bordo campo durante il gioco: “Bruciore di stomaco? Maalox”. Il ritorno è lungo e mesto, con colonna sonora durante TUTTO IL CALCIO MINUTO PER MINUTO delle “triple” di Napoli ed Inter a rincarare la dose e la sola piccola elemosina (che miseria) dell'espulsione di Perez (assente nella prossima sfida a Bologna) a farci recuperare un briciolo di fiducia nel futuro. Finito di imperversare, ribadisco il mio sostegno ai “raghezzi”, anche a quelli che mi hanno deluso. Quest'anno sarà tostissimo e non dico di sentirmi di avere perso uno scontro diretto salvezza ma poco ci manca. Forza ragazzi. Oggi abbiamo fatto Cagà... ora non resta che Kaka!