sabato 14 ottobre 2017

About "MADRE!"





Non sono state SOLO le mentite spoglie di horror, né questo suo essere il film più chiacchierato dell'anno ad avermi spinto alla visione di "MADRE!"; è che a me Il CIGNO NERO (ad eccezione forse dei minuti finali) è piaciuto molto e nonostante il clamoroso scivolone di Noah, ero curioso di vedere trasposta la voglia di Darren Aronofsky di far rivalere la propria arte. Mai come questa volta le mie attese sono state deluse. Avevo letto dei fischi ricevuti dal film all'ultima Mostra del Cinema nonchè delle pesanti critiche ad uno dei tanti posters promozionali dove la protagonista Jennifer Lawrence è raffigurata con lividi e tumefazioni al volto e il tutto mi era parso sagace opera promozionale visto che ha contribuito ad incuriosirmi. Poi ci si sono messi CinemaScore assegnando a "Madre!" una F (il punteggio più basso) che in pochi altri si erano "guadagnati", oltre al palese omaggio alla locandina di "Rosemary's Baby", a spazzare via ogni mio dubbio spingendomi al cinema. Ad onor del vero vanno sottolineati anche numerosi illustri apprezzamenti di critici statunitensi da me seguiti oltre alle belle recensioni di utenti di FilmTv che stimo e apprezzo come Supadany e Amandagriss. Si torna quindi alla "bellezza negli occhi di chi guarda" ma nel caso specifico non sono stato in grado di guardare oltre il mio naso e scovare alcun pregio se non il fascino indiscusso di Jennifer Lawrence e qualche strascico di atmosfera capace di inquietare e intrigare fino al sopraggiungere di quel "tornado" farsesco, capace di spazzare via ogni minimo interesse in eventuali risposte, nella seconda parte di proiezione. Aronofsky si affida a bravi attori come la Lawrence e Javier Bardem che alle prese con una sceneggiatura "circolare" interpretano una coppia alle prese (LEI) con la ristrutturazione globale di una imponente casa in legno persa in una spianata all'interno di un bosco indefinito e (LUI) con il blocco dello scrittore (e quello di mezza età). Dopo un incipit "prologo" promettente e ad effetto, dove sullo schermo appare il volto di una donna che non riesce a trattenere una lacrima mentre arde tra le fiamme, la vicenda ha inizio. Tutta la narrazione è rinchiusa tra le mura della grande e spaziosa villa e l'esterno è visto solo da una prospettiva interna (finestre e porte aperte) o rare riprese panoramiche. L'equilibrio di coppia scricchiola almeno come le tavole di legno che rivestono i pavimenti in una sinfonia di cigolii e passi soffocati di piedi scalzi che rappresentano la pressochè unica colonna sonora del film. A complicare la situazione della coppia ci si mettono alcuni ospiti seccatori e invadenti il cui arrivo pare esaltare il poeta (Bardem) e mandare totalmente fuori fase la sua giovane consorte (Lawrence) con il loro atteggiamento poco rispettoso per la loro intimità e nei confronti della loro abitazione. Durante questa fase, Aronofsky è abilissimo a creare un'atmosfera cupa, intrisa di un mistero fatto di dettagli e sfumature, che lascia percepire attraverso la prospettiva della sola Jennifer. Indescrivibile l'empatico senso di disagio e fastidio per l'intrusione che si è insinuato in me durante la visione (ottimo lavoro fin qui). Purtroppo si arriva poi al bivio tra il salto di qualità e il decollo della trama ma il risultato è quello di un clamoroso schianto al suolo. Si entra nel grottesco e tutto diviene farsa. Si perde progressivamente interesse in ciò che concupivamo nel film e la tentazione è quasi quella di voler abbandonare la sala. Lo stuzzicante film spiraloide si trasforma in un tornado che vorticando risucchia tutto e tutto disintegra in una confusione da trincea, da non distinguere nemmeno più la notte dal giorno e che non avrei modo di descrivere se non con le parole caos e farsa. Ho pensato "ditemi che è uno scherzo". Il finale, di facile intuizione già verso i tre quarti dello "strazio" ricuce lo strappo aperto dall'incipit e rimane solo la cicatrice di una brutta opera, un "d'autore" commerciale incapace di credibilità fin dai più piccoli dettagli. Un'ansiosa (e tuttavia dignitosa) Lawrence che percorre la casa in lungo e in largo (en déshabillé) nel tentativo di proteggerla, un Bardem bravino ma poco incisivo e dall'equino muso lungo (pure doppiato in maniera poco convincente) che si destreggia con goffaggine in un copione che fa acqua come un colapasta che non è in grado nemmeno di trattenere la pasta oltre a una serie di comparse illustri come un ottimo Ed Harris, una Michelle Pfeiffer con le labbra a 2 atmosfere (brava anche lei), uno spaesato Domhnall Gleeson e una Kristen Wiig impacciata, avrebbero potuto rappresentare forse l'unico pregio di un'opera volutamente fuorviante e capace di distinguersi solo per via dei suoi irritanti eccessi. MADRE! s'illude di poter nascondere la propria "debole" filosofia dietro a un pacchiano esoterismo, a qualche scena di cattivissimo gusto (vabbé, ci potrebbe anche stare) e a una grande, immensa, indescrivibile confusione ma quel che emerge dal calderone non è certo una risposta illuminante ma una disarmante sciarada cinematografica.
A volte una brodaglia è solo una brodaglia.

                                                                                                                                 Enrico Bonifazi
                                                                                                        

3 commenti:

  1. Questo film non mi ha mai attirato e dopo quanto leggo da te, credo che ho fatto bene 😄.
    Ha diviso la critica, leggendo le recensioni ma soprattutto commenti l'ho percepito come un film di nicchia che poteva nascondere solo una nicchia vuota, dove qualcuno si cimenta a trovare qualcosa che non c'è o ad esaltare teorie filosofiche del caso. Una sera invitata a guardarlo, ho rifiutato, boh, certi film con pregiudizio a volte li rifiuto, ma in questo caso mi sa che ho fatto bene.
    La Lawrence è incredibile in uno dei suoi primi film, se non ricordo male il titolo è "Un gelido inverno" (dopo vado a controllare).

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    1. Credo proprio che tu abbia fatto bene. Ci fu una sorta di rivolta dopo le prime proiezioni, poi sono iniziate a spuntare le teorie con le varie chiavi di lettura. Sinceramente non trovo nulla di male se un film viene usato come metafora ma la visione deve rimanere godibile. Quando per vedere un film serve un crittologo credo che l'obiettivo del film sia fallito. Tu che non ami le situazioni poco credibili temo avresti abbandonato la sala :D

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  2. Ahahah dici avrei abbandonato la sala?!? Bene allora 👍😁

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