giovedì 18 febbraio 2021

About "THE HOLE" di Joe Dante

 


 

Joe Dante, regista (da) sempre abilissimo nel "confezionare" storie avvincenti che "miscelano" realtà e fantasia (come Gremlins, Small soldiers, L'ululato, per citarne alcuni), ci proietta nei labirinti dell'inconscio, "giocando" con le paure e le rimozioni che nascondiamo in noi stessi.

The Hole, film del 2009 (da non confondere con l'inquietante omonimo del 2001 interpretato da Thora Birch e Keira Knightley), coerentemente con lo stile cinematografico del regista ci fa rivivere i  vecchi e piacevoli schemi delle pellicole anni ottanta, quando il cinema hollywoodiano sapeva gestire con padronanza elementi surreali all'interno di una commedia, sconfinando di tanto in tanto nell'horror pur senza stravolgere alcuna "griglia" del rating.

La storia (incipit classico del cinema made in USA) parte dal trasloco di una famiglia, i Thompson, composta da madre (la Teri Polo di Ti Presento i Miei) e due figli, il diciassettenne Dane e il piccolo Lucas (che non fanno altro che stuzzicarsi a vicenda).
Un pomeriggio, durante l'ennesimo litigio sotto gli occhi della loro nuova vicina Julie (una giovanissima Haley Bennett), urtano uno scaffale dello scantinato che, cadendo, rivela la presenza di una misteriosa botola chiusa con grossi lucchetti.
La curiosità li spinge ad aprirla, ignari di quel che ne conseguirà. Dietro il portello, infatti, si cela (sotto le mentite spoglie di un pozzo senza fondo) un passaggio dimensionale che li metterà di fronte alle proprie recondite paure.

Una narrazione divertente, le atmosfere ben "giostrate" che sanno variare dalla piacevole luminosità del giardino alla cupa penombra della cantina, nonché il mistero che si rivela poco per volta, danno corpo a questo film dalla bella morale. 

L'ostilità al cambio di città di Dane, ricorda lo scetticismo di Daniel Larusso (The Karate Kid) giunto controvoglia in California. La vicina attraente, curiosa e perspicace è anch'essa un personaggio ricorrente nei film della prima metà degli anni ottanta, come d'altronde l'anziano un po' svitato (un brizzolato e spettinatissimo Bruce Dern) ex abitante della casa (e per questo al corrente del pericolo rappresentato dall'apertura della botola) che ricorda il Doc Brown di Ritorno al Futuro. Si strizza l'occhio anche a Poltergeist quando un sinistro pupazzo a forma  di clown fa la sua apparizione nella camera di Lucas dando corpo alla sua più grande fobìa. 


Sia chiaro, il film non è imperdibile e non è un capolavoro della cinematografia. Con due aggettivi lo definirei piacevole e frizzante. Il fatto che sia stato girato con la tecnica del 3D la dice lunga sul fine commerciale di questo lungometraggio.


The Hole, però, non è soltanto una lotta contro le grandi paure soggettive dei protagonisti (non è il "molliccio" Harrypotteriano, per intenderci) ma è la metafora di quella crescita personale che implica il superamento delle stesse. Tutti abbiamo (in noi) una botola "in cantina" dove rinchiudiamo il passato che non vogliamo ricordare, ma soltanto elaborando ciò che ci spaventa potremo essere padroni di noi stessi.
Non importa se a spaventarci è qualcosa da cui si fugge (un padre violento e criminale), un brutto ricordo che cerchiamo di barricare nel subconscio (la morte di una persona cara) o il più infantile dei timori (il terrore dei pagliacci); la botola si aprirà inevitabilmente lungo il nostro cammino e sta a noi trovare la forza di richiuderla, con coraggio, volta per volta.
 

4 commenti:

  1. Dovevi scrivere che il clown è ispirato a The Ghosthouse (la casa 3) di Lenzi!!! :D
    Bellissimo il paragone della botola. Come sai anche io ho aperto la mia botola, negli ultimi mesi. E' stata dura, ma mi sembra di esserne venuto a capo...

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    1. Grande Riky. Terribile il clown di Lenzi (film con la tua "denigrata" Lara Wendell).
      So bene che la botola per ora è chiusa e so anche che hai fatto un ottimo lavoro. Grazie del commento alla recensione. A presto!

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  2. ATTENZIONE SPOILER:

    Joe Dante mi ha conquistata con un film intelligente sebbene ahimè, come spesso accade si perde un po' nel finale, oserei dire lo rende un po' prevedibile e forse un po' banalotto. Peccato.
    Ben riuscito direi per i miei parametri che di horror ne vedo pochi nella prima parte, con trovate, escamotage che ti danno quel giusto brivido e ti catturano, il pupazzo più brutto di sempre che ha davvero uno sguardo efferato, la bambina che arriva dal nulla, si, cose già viste, comunque rendono l'atmosfera piacevolmente intrigante....
    Resta la fine del film così un po' in caduta libera dove all'horror si sostituisce il dramma, il risvolto psicologico che spiega, ecco da lì si sente il calo di una pellicola che deve dare il suo spiegone finale, forse che è quanto si doveva ad un pubblico adolescenziale, certo che se a guardarlo è un adulto, resta un leggero amaro in bocca, diciamo un finale che non brilla per originalità.
    Nel complesso un film che si vede con piacere con attori giovani discreti, ma il più maturo è il bambino più piccolo, perfettamente calato nella parte 👍
    Ora mi leggo la tua recensione.

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    1. Infatti, questo tipo di film meritano sviluppi più "osati". Si semplifica troppo e credo che anche gli adolescenti debbano pretendere di più. Mi piace molto la metafora del "pozzo" e ho gradito diverse atmosfere. Carino, quando ogni tanto si cerca una visione "alleggerita", ma non imperdibile.

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