domenica 24 gennaio 2021

About "MONOS -Un gioco da ragazzi-"



Monos è un film suggestivo e sgangherato che si offre al pubblico in tutto il disagio della sua "nudità" e inadeguatezza. 

È l'avventura di un baby-commando, accampato in una landa colombiana desolata posta a quattromila metri sopra il livello del mare. I ragazzi, "ribattezzati" in Lupo, Gambalunga, Rambo, Lady, Svedese, Puffo, Cane e Boom Boom hanno il compito di vigilare su "la dottoressa", una prigioniera politica statunitense.
Scollegati dalla società, in uno dei luoghi più umidi e meno accoglienti del mondo (tra fanghi argillosi, nebbie e larghe spianate silenziose) ricevono ordini via walkie-talkie da un messaggero che si reca da loro saltuariamente stabilendo regole e gerarchie e arrivando financo ad approvare (o meno) le relazioni sentimentali interne al gruppo. Le cose però degenerano ogni volta che il messaggero si allontana. Il caos adolescenziale dilaga. Come i topi che ballano in assenza del gatto, i ragazzi sfogano ogni loro infantile istinto in giochi e danze sfrenati, insubordinazioni, sconsideratezze varie che, di fatto, minano il fragile equilibrio "interno". Il loro comportamento ricorda per certi versi quello delle scimmie che si radunano in gruppi seguendo un capobranco ma sempre pronte a liberare l'istinto ribelle e autonomo (il titolo del film Monos è, infatti, la parola spagnola che significa scimmie).
La scarsa attenzione e il "lassismo" dei giovani "vigilantes" spinge la dottoressa verso vari tentativi di fuga mentre i comportamenti irresponsabili di molti componenti del gruppo tendono a fare "scricchiolare" l'autorità del capo in un clima "borderline", mai del tutto rilassato.

Introducendoci attraverso spettacolari e incontaminati scenari naturali montani e passando per la giungla fino alle correnti impetuose del fiume Samanà Norte e alle sue prode muschiose, Monos si mantiene interessante a prescindere dalla sua chiave di lettura (rivelata dal regista Alejandro Landes); e cioè quella di essere un'azzeccata metafora della Colombia attuale, una nazione relativamente giovane con molti conflitti interni, violenza, illegalità, ma anche amore, bellezza e redenzione, tutto mescolato insieme in una politica instabile che la rende "indomabile". 

Gli attori sono quasi tutti ragazzi che hanno mosso qui i primi passi nel mondo del cinema ma riescono a trasmettere benissimo i conflitti (a volte interiori) con una realtà (spesso forzata) che va spesso a sfociare in frustrazione dovuta ai sensi di colpa e all'impossibilità di cambiare le cose. 

Un film amaro, che comunica attraverso un linguaggio meravigliosamente cinematografico.


                                                             

3 commenti:

  1. Caspita, che piccola perla.
    Questo mi interessa davvero, anche se non so quanto potrà piacermi quel che c'è dietro (bande criminali, in sostanza).
    però adoro le storie di microsocietà adolescenziale (tipo Il signore delle mosche, per intenderci) dove i meccanismi sono intriganti...^^

    Moz-

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    1. Film amaro, ma - permettimi lo spoiler - una metafora molto amara e acuta.
      Personalmente è un film un po' lontano dalle mie attuali corde.

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    2. Ciao. hai azzeccato in pieno il genere. Film in pieno stile "Il Signore delle mosche" anche se in un contesto più realistico (una Colombia che non conosce pace) e drammatico. Io consiglio vivamente la visione.

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