domenica 27 luglio 2014

L'orgoglio di Roger


Il televisore è ancora acceso ma il sipario, sul giardino del Re è calato da un pezzo.
Ad un certo punto le gambe non ce l'hanno fatta a sostenere il peso del suo cuore troppo grande... enorme. Il vaso di Pandora ha scatenato ogni suo abitante nel tentativo di far breccia in quello scudo retato sorretto da un polso che è insieme seta e granito.
Niente da fare.
La speranza, sempre l'ultima a fare capolino, allunga le scadenze, allevia le lacrime, disinfetta e trasforma una caduta in un volo alto, a planare, per vedere tutto meglio dalla prospettiva degli Dei.
Non dite che è soltanto sport perché è arte.
Non dite che è tifo perché è sentimento.
 Del resto chi può decidere se sia più o meno appassionante la conquista delle mura di Troia rispetto alle gesta di un uomo sempre in bilico sul confine di ciò che è umano e quel che non lo è.
Le ultime forze scorrono come linfa e l'attrezzo è ormai un prolungamento del braccio, quel ramo sempre pronto a germogliare e così fertile da render viva anche quella piccola sfera fluo.
Una fenice che si solleva dalla cenere.
A nessuno più interessa la vittoria; ciò che accade và oltre l'happy-end scritto ormai da anni e la bellezza non è più negli occhi di chi guarda, sissignori, la bellezza è lui e siamo tutti quanti in piedi ad applaudirla, orgogliosi come se su quel prato ci fosse il sangue del nostro sangue.
Mi fa pena chi è ancora incapace di distinguere sfumature in una tale vastità di colori e non sa apprezzare il valore se non è accompagnato da uno scatto sorridente nell'atto di sollevar trofei.
Continuano a consigliargli il ritiro, come se restando al suo posto sottraesse spazio alla mediocrità e sanno bene loro qual'è la strategia, quali i metodi di allenamento, la dieta... non ce n'è uno che non sappia queste cose talmente "ovvie".
Inchiostro sterile continua ad imbrattare pagine. Dicono che non è possibile sapere chi sia il più grande ma sanno chi non lo sarà mai.
Io ho idee mie.
Ho visto e sono fiero.
C'è una lacrima sul giardino del Re. I falchi si riposano, le zolle prendono aria e quel polso ora è il prolungamento di altre vite.
Attraversa il ponte e si allontana ma tornerà perché è la cosa che sa fare meglio.
Anche l'attesa diventa magia. E' il giusto prezzo;
l'unica unità di misura della bellezza.
Ci sporgeremo per guardare se arriva
e sarà un nuovo capolavoro.

                                                                                            Enrico Bonifazi

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