Avevo ferite e cicatrici sulla schiena
ma ridevo.
Il mio sorriso era un taglio di lama
e i riflettori lo illuminavano.
A mio agio,
a fari spenti,
continuo a fare cose che amo con
persone che amo
e cose che odio per le persone che amo.
Il muro aveva ancora il contorno della
mia schiena
e mi ha assorbito.
Sono felice
e “buona gastroenterite a” me.
Enrico (Luglio 2014)
Come 'gastroenterite?'
RispondiEliminaUn'amica me lo scrisse un anno fa in un SMS. E' una frase che mi ha aperto gli occhi su tante cose e lentamente mi sono allontanato da un gruppo con il quale non ho praticamente mai condiviso gli obiettivi (quelli veri e non quelli dichiarati). Sono un uomo felice (lo dico sempre) e amo i margini, le ombre e anche il mio muro che divide e ripara. Sono felice e quella frase, se ci penso, ancora mi disgusta. A presto Manuel!
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