sabato 27 luglio 2019

About "Annabelle 3 -Annabelle Comes Home-"






In una linea temporale più contorta di un nodo vaccaio (quella della serie The Conjuring, basata sulle imprese -vere o presunte- della coppia Warren -realmente esistita-), ecco che arriva il terzo capitolo dedicato alla terrificante bambola Annabelle. Nei primi due film i riflettori erano tutti puntati sulle sue origini, sui motivi della possessione demoniaca di un giocattolo che ha spoglie assai poco "mentite" e del suo potenziale maligno. Questo terzo lungometraggio invece ci proietta nella sua realtà di "carcerata" nella teca consacrata del piccolo macabro "museo" Warren (chiuso a tripla serratura) in attesa di un'occasione per "evadere" e sprigionare tutto il male in essa contenuto.
La storia, scritta e diretta da Gary Dauberman (coadiuvato alla "penna" da Wan), parte molto bene, con una sequenza che potremmo collocare precisamente dopo il primo episodio di Conjuring (L'Evocazione), quando la medium Lorraine e suo marito Ed rinchiudono nella loro "stanza degli artefatti" la bambola infestata Annabelle. Scena piacevole e misteriosa che rispolvera la memoria e introduce nel proseguo degli eventi tanto lo spettatore preparato, quanto quello più smemorato o ignaro.
Il messaggio è chiaro: la stanza degli artefatti non va aperta mai senza autorizzazione e men che meno la vetrina di Annabelle.
Chi ha visto il trailer saprà esattamente quel che accadrà.
Chi non lo ha visto può comunque intuirlo.
È infatti questa seconda parte di film quella in cui tutto si svilisce e scorre inesorabilmente come qualsiasi mente potrebbe prevedere con un attimo di anticipo.
I Warren partono per un impegno nel week-end e affidano la loro figlia tredicenne Judy (McKenna Grace -Captain Marvel, Tonya e Ready Player One- per citarne alcuni) a Mary Ellen (Madison Iseman) una premurosa giovane baby sitter. Al contempo, Daniela, un'amica di Mary Ellen assai invadente e dal carattere forte, incuriosita dalle chiacchiere sulla misteriosa professione dei Warren, convince la ragazza a farla entrare nella casa, attratta dai misteri dell'aldilà. La sua sconsideratezza metterà in pericolo la vita delle due amiche e quella di Judy.
Ci sono diversi ingredienti (usuali) che compongono Annabelle 3; non mancano l'elaborazione del lutto, l'expendable pet, lo sviluppo a favoletta sentimentale e gli "scagazzi" quando il volume si abbassa lentamente per poi impennare con violenza, le coincidenze e i buoni sentimenti (manca un po' di cinismo). Del resto in questo casino temporale creato dal sequel del prequel con il terzo capitolo dello spin-off che, dopo un salto di lato uno indietro e uno avanti è arrivato pure a farsi citare nel film La LLorona, il polverone nel cranio equivale a quello di uno studente che deve risolvere un'equazione di secondo grado durante un concerto degli AC-DC. E allora Annabelle 3 si semplifica e si "renderizza" alle esigenze dello spettatore horror del 2019 (sempre meno di nicchia) che cerca proprio questo: il giro sulle montagne russe, il brivido che non duella con l'empatia. Il botteghino sorride. La produzione horror prospera "demineralizzata" ma "per tutti".
Gli elementi orrorifici comunque ci sono (sfido io, in una casa con un museo demoniaco!) ma vengono buttati nella mischia confusamente come quando un allenatore che sta perdendo una partita inserisce attaccanti a casaccio nei minuti finali solo per far numero. Il film, dopo alcune interminabili sequenze non "sforbiciate" a dovere, si mantiene su ritmi di tensione accettabili. Quel che invece non ho trovato accettabile è il modo in cui Annabelle viene trattata dai suoi creatori, una comparsa nel film che avrebbe dovuto celebrarla. Un semplice vaso di Pandora ormai vuoto. Una porta.
Bravi i protagonisti. Ipnotici nella loro carismatica magnificenza i coniugi Warren, discrete anche le ragazze anche se un tantino teatrali.
Quel che resta è qualche spavento, un anello nella catena di questa fortunatissima serie ma anche un film troppo fiabesco (alla Barbablu), scaltramente "piacione" e con soluzioni penosamente "semplici" per lasciare un segno considerevole.
Cara Annabelle, cari Warren e carissimo Wan, sappiamo tutti che potete dare molto di più e vi rimando al prossimo capitolo.