giovedì 1 maggio 2014

Cuciture


Stringevo il volante
e immaginavo le indicazioni certe verso un respiro lungo...
uno svincolo,
una scorciatoia,
un rettilineo dove potersi addormentare.

C'erano le sue gambe come ramoscelli,
prosciugate,
quasi assorbite dal materasso.

C'era il suo passo incerto e coraggioso da dimenticare.

E stringevo il volante
con il peso di quel portone richiuso alle spalle,
senza forze né conforto.

Il sorriso dell'Angelo è contagioso
e non taglia le labbra come il bordo del bicchiere.
Il petto si gonfia di quella gioia che strapperebbe le ferite suturate
e che continua a dolere un po'.

Stringevo il volante guidando verso la normalità e urlavo come un pazzo.

Nessun percorso alternativo.
Siamo arrivati.
Siamo tornati.
Anche le sue gambe.

Il petto di ognuno si distende, come fosse un dipinto.
Le cuciture come segnalibro.
Il mondo non farà a meno di quest'opera d'arte.

                                                                      (Enrico Bonifazi - Dicembre 2013)

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