domenica 16 febbraio 2014

FONTANA DI TREVI





Un passo avanti, sul selciato
e parecchi indietro, nel tempo.
Alzare lo sguardo verso il solenne circolo dei gabbiani,
che l'acqua tra i mattoni luccica così tanto.
Poi il suono, il ritmo, un richiamo:
venite ad ammirarmi!”
Ed eccolo il bianco marmo
levigato dall'eterno scorrere... della vita.
Coriandoli di stoffe multicolori, zaini e berretti con visiere
a far da grezza cornice
per rendere lo specchio liquido
un topazio incastonato nei travertini.
Poi gli spruzzi,
vaporizzati al punto da poter essere respirati.
E' l'arte che ti penetra per osmosi.
E la giapponese, illusa,
che pensa sia possibile racchiudere ciò
in qualche milione di pixel.
Ed eccolo il fischietto
che delimita i confini
e furtivo, l'uomo rattoppato,
ingolosito dai riflessi del nichel sul fondale
più che dalla magnificenza che lo sovrasta.
Chiudere gli occhi e riaprirli
senza interrompere il sogno.
E sorrido all'assenza della ninfa vergine nel vuoto
e penso alla casualità.
Nessuna traiettoria disegnata da una monetina
potrà incatenare il mio desiderio di tornare.
Tornerò e lo faremo tutti,
anche, semplicemente, con il cuore.
                                  
                                                                                        Enrico Bonifazi (Luglio 2013)









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