domenica 27 ottobre 2013

LE STRADE DI GENOVA

Il sole, il cielo, l'azzurro.
Un bambino che stringe la mano del padre.
Un lungo ed innocuo serpente di persone e idee
che avvolge tra le sue spire
l'anfiteatro Genova,
per proteggerla dal veleno degli altri... di pochissimi altri.
Una nuvola, un presagio
e poi tutto questo si fa nero.
Non scuro, come un temporale,
ma proprio nero,
di quel nero che rappresenta qualcosa.
E Genova cambia.
La poesia di un pomeriggio
muta la sua metrica in ostilità.
I vicoli pittoreschi si restringono
fino a prendere in trappola chiunque,
tra il sudore, lo sporco, il sangue e il respiro inasprito dai gas.
Verrebbe da strapparsi i vestiti,
come in preda alle fiamme.
Ognuno chiama qualcun altro
che non si trova più al suo fianco.
Il serpente diventa una lucertola che perde la coda...
che perde migliaia di code.
Il nero avviluppa ogni angolo.
Non esiste rifugio.
Tanti piccoli Pac-Man fuggono senza schemi,
inseguiti, da ogni direzione, dalle forze dell'ordine.
Il tramonto e poi l'alba
ad illuminare i frammenti di vetro
e la plastica bruciata,
oltre a scarpe e oggetti di ogni tipo.
Nessuno si scusa.
Nessuno dimenticherà.
Lentamente la coda del serpente si riunirà
e il cielo sarà di nuovo azzurro.
Nessuno si vergognerà.
Tutti avranno più paura.



                                                                                                          Enrico Bonifazi
                                                                                                           (Luglio 2001)
Immagine presa dal Web.

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