domenica 27 luglio 2014

Patti



E appena la luna è tanto bella da distrarmi

allungo le mani e ti trovo.

L'aria che respiro mi tiene in vita

ma non mi emoziona quanto le tue palpebre chiuse.

É il valore occulto dell'insonnia;

il lumicino che permette a pupille e cuore di dilatarsi un po'.

Sento il bisogno di nutrire quel che ora sono

e servono le carezze del tuo scalpello per eliminare le imperfezioni.

Lo specchio non mi ha mai soddisfatto

e aspetto di vedere quel che riflette il tuo sguardo

per esser certo di saper chi sono e chi sarò.

Il futuro lo conosco da sempre

e brindo con lui alzando il calice della certezza.

Il futuro lo scrivo, insieme a te,

mentre il mondo sta ancora imparando a leggere

e nessuno saprà mai “com'è andata a finire”

perché non finirà.

Al buio, i dettagli mancanti solleticano il pennello

e la mano disegna i tuoi contorni.

La luna posso anche spegnerla ora,
 che non serve più;

non servono ossigeno e proteine e nemmeno il sonno

ma è necessario averti all'estremità delle mie dita.

L'oscurità non conosce i nostri confini, troppo distanti da lei.

Tra pocogli occhi si schiuderanno

ed estrarrò la quotidianità che amo dal mio giacimento delle cose importanti.

Domani è già oggi e la gente si lamenterà

perché ciò che possiede perde valore

o perché piove al mare o fa freddo d'estate.

La strada è lunga e parte dai lembi delle lenzuola

ma inizia sempre nel modo migliore,

e piano piano, battito dopo battito, il sole arriva

ed è abbastanza bello da distrarmi

ma non tanto quanto lo sei tu.



                                                                                                                   Enrico 

 

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