Ed eccomi a casa, ad affrontare quel
che temevo mi sarebbe piovuto addosso. “Semina bellezza e raccoglierai
bellezza” disse qualcuno. Ma qui non si è piantato nulla. Le
piante più robuste sono state sradicate mentre le più fragili
vengono “BARBARAmente” trattate. Costa affonda il Milan titola il
televideo. Stia tranquillo chi deve partire per una crociera, si
parla di calcio e non di navi stavolta e ad andare giù è nientemeno
il club più titolato al mondo. Torno proprio ora dallo stadio di San Siro, un viaggio di 540
km (andata e ritorno) con una spesa di ben 105 euro di (benza/autostrada) da dividere con altri due amici. Durante il viaggio di andata si
parlava della poca ambizione di una squadra imbastita con offerte
speciali da discount e il mio pensiero era: “magari mi sbaglio”,
“forse ci metteranno l'orgoglio e le cose andranno bene”, “con
un po' di fortuna si può anche lottare per i primi posti”. Poi è
arrivato il calcio d'inizio e proporzionalmente allo scorrere dei
minuti, ogni residuo di forzato ottimismo mi ha abbandonato. Forse
già dalla lettura delle formazioni, rendendomi contro che Bonera e
Antonini avrebbero fatto parte dell'undici titolare, ho avuto un
cattivo presentimento. Cazzo... Antonini no! Ancora. Lui andrebbe
bene, benissimo per far funzionare a dinamo un gruppo elettrogeno. Lo
schiaffi sulla cinghia a correre e lui macina chilometri su
chilometri. Potrebbe illuminare Manhattan solo con le sue gambe. Non
si può certo dire che non corre il nostro Luca, lo conosciamo bene,
ma durante le sue scelte tattiche il suo encefalogramma è piatto
suvvia. E Bonera? Orca miseria, la minestra riscaldata più
disgustosa che abbia mai assaggiato. Yepes mi piace, è un lottatore,
ma il numero 76 stampato sulla sua schiena è l'anno di nascita. Che
farne allora di quei bei discorsi di Sandro Nesta, durante la sua
breve e concisa conferenza d'addio in cui spiegava il progetto di
Allegri da lui rifiutato? Ossia un piano che prevedeva l'inserimento
di giovani nel suo ruolo aiutati dallo stesso Sandro ad ambientarsi e
migliorarsi ma che sarebbe costato all'oggi rimpiantissimo numero 13
il posto da titolare. Tutto un bla-bla. Tra tutti, non toccatemi De
Sciglio, oggi vero leader dei una squadra pasticciona, capace di
prendersi le sue responsabilità. Spesso gli veniva rifilata dai più
blasonati Boateng ed El Shaarawi la “patata” di cuoio bollente.
Lui ha provato e non mi ha deluso per niente. Alla SNAI, un passaggio
pulito di Montolivo lo quotano otto spaventiliardi ad uno, ma io non
giocherei nemmeno un decino su quella che considero una causa persa.
Io non ho l'abitudine di seguire la nazionale di calcio e allora vi
chiedo: “E' veramente lui il Montolivo che giocava con gli azzurri
agli Europei?” perchè se così fosse mi spiego le quattro pere
buscate contro la Spagna. Il problema di Nocerino è chiarissimo
invece. Ibra stoppava palloni e riusciva a proteggerli per almeno
dieci secondi, dando tempo al nostro FantAntonio di salire e farsi
trovare spesso in area di rigore. Ora c'è Pazzini che è la
fotocopia di Gilardo, Boateng che dal leone che era, adesso pare
pronto per la Roccosiffrediproduction e Robinho, bravo nell'impegno
ma davvero ingenuo nella gestione del suo infortunio nel corso del
secondo tempo. Flamini resta un giocatore normodotato, bravo e
diligente ma coi piedi a cazzuola. In area bisogna centrare la porta
vacca miseria, mica i Commandos Tigre del primo anello blu! Resta il
Faraone... giornate come oggi devono avere contribuito all'estinzione
degli egiziani. Non avrei mai rinunciato a Merkel per lui ma a quanto
pare sono bastati tre-quattro golletti e una cresta da
sigue-sigue-sputnik a farlo diventare un idolo e almeno aiuta i
presenti allo stadio a vincere la depressione globale con un pizzico
di entusiasmo. E' giovane e ancora occasioni ne avrà. Comunque i
ritmi sono quelli bassi del Milan sornione di Nils Liedholm ma non
c'è qualità a compensare. Nel gol subito il calcio d'angolo
(evitabile) è nato da una fuga di un attaccante doriano contro la
difesa ben piazzata (4 rossoneri pronti ad intervenire sulla
trequarti) e il rammarico sta nella facilità con cui Costa ha
staccato solissimo al centro dell'area. Non so chi l'abbia perso e
nemmeno m'interessa ma non ci vuole un genio del calcio a capire che
qualcosa non ha funzionato a dovere e va rivista. I nostri corner
(sparati finalmente nel mezzo a differenza dei rompicapo dello scorso
anno) hanno portato le rarissime nostre occasioni da gol, tra cui un
palo. Già perchè quando la sfiga prende di mira ha un grande
potere: quello di rompere i coglioni. Insomma una prestazione
deludente (ma prevista) e una sconfitta bruciante (ma temuta), danno
il “benvenuto” al Milan nel campionato 2012-2013 mentre a me, il
bentornato a San Siro, lo ha dato la scritta luminosa comparsa a
bordo campo durante il gioco: “Bruciore di stomaco? Maalox”. Il
ritorno è lungo e mesto, con colonna sonora durante TUTTO IL CALCIO MINUTO PER MINUTO delle “triple” di
Napoli ed Inter a rincarare la dose e la sola piccola elemosina (che miseria)
dell'espulsione di Perez (assente nella prossima sfida a Bologna) a
farci recuperare un briciolo di fiducia nel futuro. Finito di
imperversare, ribadisco il mio sostegno ai “raghezzi”, anche a
quelli che mi hanno deluso. Quest'anno sarà tostissimo e non dico di
sentirmi di avere perso uno scontro diretto salvezza ma poco ci
manca. Forza ragazzi. Oggi abbiamo fatto Cagà... ora non resta che
Kaka!
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